1948 Italia al bivio: la Public History scende in piazza

Nel 2018 il Festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo ci ha offerto l’occasione di cimentarci in un nuovo progetto di Public History. La diciottesima edizione della kermesse ruotava attorno all’analisi delle verità, un tema particolarmente stimolante per chi come noi si occupa di storia contemporanea e ha spesso a che fare con la dicotomia verità/menzogna. Nel portare il proprio contributo al Festival, la Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti e l’Archivio storico comunale di Modena avevano deciso di concentrarsi sulle elezioni politiche del 18 aprile 1948, di cui ricorreva il settantesimo anniversario. Avevano scelto di valorizzare i rispettivi patrimoni con una mostra congiunta, 1948 Italia al bivio, ma occorreva anche immaginare un programma di eventi che richiamassero visitatori. Così, fin dalla definizione dei percorsi espositivi, siamo entrati in gioco noi, Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti, come esperti di Public History riuniti nel sodalizio professionale Allacciati le storie (www.allacciatilestorie.it). Le direttrici dei due istituti, Maria Elisa Della Casa e Franca Baldelli, in accordo con la direttrice delle biblioteche comunali di Modena Debora Dameri, hanno infatti valutato l’approccio di questa disciplina come il più adatto a raggiungere gli obiettivi.

Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto, poiché ci è sembrato utile affrontare il nodo verità/menzogna da un punto di vista storico. La realtà modenese poteva diventare un caso di studio per valutare l’impatto della propaganda sulla popolazione e sugli spazi fisici della città. La nostra esperienza nella conduzione di trekking storici ci consentiva inoltre di immaginare una restituzione dei risultati delle nostre indagini mediante percorsi urbani sui luoghi della storia. Il tema delle molteplici “verità” presenti nella campagna elettorale ci sembrava interessante anche in relazione agli scenari politici di oggi. Dagli anni Novanta gli italiani vivono infatti in uno stato di “campagna elettorale permanente” e sempre più pervasiva. Le parole della propaganda e le false informazioni contribuiscono a diffondere sui media e sui social network una confusione di voci che diventa ogni giorno più disorientante.

All’interno del “cartellone” Storia in pubblico, che si proponeva di coinvolgere le scuole e il pubblico adulto da settembre 2018 fino a marzo 2019, abbiamo ideato e realizzato in prima persona diversi appuntamenti, tra cui quattro trekking urbani per gli adulti e altrettanti per gli studenti.

Percorrendo le strade e le piazze di Modena, abbiamo cercato di riportare alla luce gli eventi della campagna elettorale che precedette le consultazioni del 18 aprile 1948, ma anche le narrazioni distorte che erano state messe in circolazione dalle forze politiche. Non abbiamo proposto una narrazione localistica e ci siamo impegnati a evitare le trappole del “presentismo”. Siamo tuttavia partiti dalle domande di oggi, poiché volevamo comprendere storicamente le vicende che hanno contribuito a plasmare la società modenese negli anni cruciali del secondo dopoguerra e ad avviarla verso gli sviluppi successivi.

 

1. Dalla ricerca storica ai trekking urbani

Per costruire i percorsi dei trekking urbani, siamo partiti facendo una ricerca storica sulle vicende modenesi tra il 1945 e il 1948. Esistevano già diverse pubblicazioni su vari aspetti della storia cittadina, ma nessuna di esse scendeva sufficientemente nel dettaglio di come si era svolta la campagna elettorale a Modena. Abbiamo cominciato da una selezione di materiali conservati nel Fondo Umberto Tonini presso la Biblioteca Poletti e nell’Archivio storico comunale. Abbiamo quindi proseguito le ricerche all’Archivio di Stato di Modena, dove abbiamo approfondito la prospettiva delle istituzioni periferiche della Repubblica, e in alcune importanti emeroteche della città.

In particolare ci interessava provare a capire se la campagna elettorale modenese presentasse alcune specificità rispetto alle dinamiche dello scenario nazionale. Quali erano stati i soggetti in campo nella contesa elettorale e quali sforzi avevano messo in atto? Si erano verificati momenti di tensione e c’erano stati scontri tra i militanti di opposte fazioni? Com’era stato gestito l’ordine pubblico in un periodo di conflitti tra il Governo centrale e le amministrazioni social-comuniste? I materiali di propaganda conservati negli istituti culturali nostri committenti rappresentavano la presenza mediatica degli schieramenti politici in città? Quali bugie elettorali e false notizie avevano circolato?

Queste e altre domande ci hanno guidato nella ricerca, finché non abbiamo accumulato sufficienti “mattoni” per ricostruire la storia delle elezioni politiche del 1948 a Modena. A quel punto non ci restava che declinare i risultati della ricerca nello studio dei trekking urbani e dei percorsi di visita all’interno della mostra 1948 Italia al bivio. Ogni itinerario doveva infatti includere una visita guidata all’esposizione.

 

2. A Modena “per le strade della verità”

Nel “cartellone” Storia in pubblico erano inizialmente in programma due trekking urbani per adulti con visita guidata alla mostra, intitolati Per le strade della verità. Durante i percorsi in città, abbiamo deciso di valorizzare alcuni episodi particolarmente significativi della campagna elettorale del 1948, raccontandoli proprio nei luoghi in cui erano accaduti 70 anni prima. Cominciando ogni tappa con il racconto di un episodio specifico, abbiamo attirato l’attenzione del pubblico a partire da un elemento concreto, per poi accompagnare le persone a riflettere su questioni più generali. Nello sviluppare ogni narrazione, abbiamo quindi inserito riferimenti ai passaggi politici più significativi del secondo dopoguerra, collocando gli eventi modenesi nel contesto italiano e internazionale dell’epoca. Abbiamo inoltre sfruttato il fascino della storia locale e delle vicende vissute da alcuni protagonisti modenesi per cercare di trasmettere ai partecipanti il clima che i cittadini avevano vissuto in quel tempo. Ricostruire le motivazioni e le strategie che avevano mosso i militanti degli schieramenti contrapposti ci ha permesso di chiarire gli obiettivi delle diverse forze politiche in lotta, che offrivano un punto di contatto fra lo scenario locale e la dimensione nazionale.

Nelle tappe narrative abbiamo anche messo in evidenza un elemento caratteristico della campagna elettorale: tutti i contendenti trattavano gli avversari come se fossero estranei alla propria comunità e al servizio di interessi stranieri. Ciascuno si sentiva infatti in lotta contro un “nemico interno”. La propaganda dei partiti era riuscita a trasmettere questa idea ai militanti, che l’avevano diffusa nella società, convincendo una buona parte della popolazione che non fosse opportuno fidarsi di chi sosteneva la parte avversa. Anche i muri di Modena erano pieni di manifesti che schernivano o attaccavano duramente i leader avversari e i loro “alleati”. Questa forma di esclusione del “nemico” dalla comunità nazionale o dalla società locale si basava quasi sempre su elementi falsi, ma assemblati in modo credibile e in linea con i pregiudizi della propria parte politica.

Lungo il percorso ci siamo fatti accompagnare dagli attori Davide Anceschi, Federico Benuzzi, Chiara Bellini, Giovanni e Marianna Galli, che hanno coinvolto i partecipanti in vari modi, dalla distribuzione di riproduzioni dei volantini elettorali all’intonare le canzoni dei militanti. A metà percorso hanno inoltre messo in scena un episodio inedito, ricostruito grazie alle nostre ricerche d’archivio e sceneggiato per l’occasione. Si trattava nello specifico di uno scontro notturno tra “attacchini” di due fazioni avversarie, che di fronte alle forze dell’ordine si erano accusati reciprocamente, rilanciando alcune delle false notizie più diffuse in quei mesi. 

Fin dall’esordio i trekking storici in città hanno riscosso un notevole successo di pubblico, facendo registrare il tutto esaurito. La Biblioteca Poletti e l’Archivio storico comunale, con la sua nuova direttrice Gabriella Roganti, hanno quindi deciso di organizzare un terzo appuntamento nel mese di marzo, anch’esso terminato col sold out.

Quando la mostra è stata prorogata ad aprile per il successo riscontrato, abbiamo aggiunto un quarto trekking urbano: Per le strade della libertà. Dalla lotta partigiana alla guerra dei voti. In quell’occasione abbiamo proposto al pubblico un percorso nuovo, costruito sempre a partire da nostre ricerche storiche originali, nel quale abbiamo raccontato vicende accadute in città tra la Resistenza e la ricostruzione del secondo dopoguerra. Ci siamo posti l’obiettivo di far emergere i nessi tra le esperienze vissute dai modenesi nei mesi della lotta di Liberazione e la partecipazione alle elezioni del 1948. Ripercorrendo la storia di Modena, abbiamo ad esempio raccontato gli slanci e le difficoltà del fronte antifascista, tormentato dai dissidi tra le diverse forze politiche, ma tenuto insieme dalla contrapposizione a un nemico comune. Al termine del conflitto la sconfitta del fascismo aveva fatto riemergere le differenze ideologiche tra i partiti, che avevano ripreso a contrapporsi tra loro, compattando i propri elettori nell’ostilità verso l’avversario politico, vissuto come nuovo “nemico interno”. Abbiamo riflettuto anche sui complessi rapporti tra i partigiani, i cittadini modenesi e gli Alleati, che avevano conosciuto molteplici variazioni sia nel periodo bellico, sia nei primi mesi dell’Italia liberata.

Abbiamo quindi accompagnato il pubblico alla scoperta delle ragioni per le quali la campagna elettorale del 1948 si è rivelata la più tesa della storia italiana, riflettendo anche sull’utilizzo, come arma elettorale, della paura di una guerra o di una nuova dittatura. Anche in questo caso gli attori Davide Anceschi, Chiara Bellini e Federico Benuzzi ci hanno accompagnato con interventi e letture. Abbiamo così potuto ascoltare voci dal passato e farci guidare lungo le vie della Liberazione di Modena. Come nelle occasioni precedenti, anche in questo trekking abbiamo registrato il tutto esaurito.

 

3. In visita alla mostra 1948 Italia al bivio

L’ultima tappa del trekking urbano è sempre stata la mostra 1948 Italia al bivio. Verità e menzogne di una Repubblica inquieta, dove i partecipanti hanno potuto osservare da vicino i manifesti comunali, i giornali e i materiali di propaganda che i modenesi avevano avuto in mano o davanti agli occhi nel corso della campagna elettorale.

Abbiamo condotto le visite guidate seguendo i percorsi espositivi che avevamo contribuito a ideare per valorizzare il ricco patrimonio della Biblioteca Poletti e dell’Archivio storico comunale: manifesti, volantini, opuscoli, giornali murali, fumetti, cartoline, quotidiani, riviste, fotografie e documenti istituzionali. Durante la visita, la differente natura dei materiali ci ha permesso di inquadrare le elezioni del 1948 da prospettive diverse e complementari.

Nella parte di esposizione realizzata presso l’Archivio storico, abbiamo messo in luce il ruolo istituzionale del Comune, impegnato a far procedere con regolarità le consultazioni elettorali in una città letteralmente tappezzata di manifesti e scritte sui muri. A Modena, ma anche nel resto del Paese, l’affissione non era regolamentata come oggi: nonostante gli inviti ad avere cura del patrimonio storico-artistico, i militanti erano arrivati a imbrattare i muri con vernici indelebili e ad attaccare manifesti su tutta l’altezza della Ghirlandina, la torre civica.

Il patrimonio disponibile presso la Biblioteca Poletti ci ha consentito invece di raccontare al pubblico i diversi modi in cui le forze politiche avevano applicato i meccanismi della propaganda elettorale. In questa parte della mostra abbiamo quindi dato spazio alle molteplici voci contrapposte, ciascuna delle quali si presentava come l’unica verità possibile. Nel percorso narrativo abbiamo messo in evidenza alcuni tra i “temi caldi” della campagna elettorale: ci siamo concentrati in particolare su questioni e meccanismi che richiamavano alcuni aspetti problematici tuttora presenti nella realtà in cui viviamo, dalla disoccupazione alla strumentalizzazione della religione, dalla semplificazione della comunicazione alla rappresentazione dell’avversario come nemico del Paese. I materiali esposti erano particolarmente belli e affascinanti, ma erano anche sconosciuti al grande pubblico. Anche storici ed esperti di comunicazione hanno trovato elementi di interesse prendendo visione di documenti meno noti, in parte prodotti nel contesto locale.

I trekking e le visite erano rivolti sia al pubblico adulto, sia alle scuole secondarie di secondo grado, per le quali abbiamo preparato percorsi specifici.

 

4. Percorsi didattici tra storia e comunicazione

La mostra 1948. Italia al bivio ha cercato anche di coinvolgere i cittadini più giovani, con proposte didattiche per l’anno scolastico 2018/2019, pensate per la scuola primaria e secondaria. Tenendo sempre come perno la visita alla mostra, i docenti della scuola secondaria di secondo grado hanno potuto scegliere tra due diverse attività, entrambe concepite per permettere agli studenti di entrare nei meccanismi della propaganda e comprenderli storicamente. La prima proposta includeva la visita come ultima tappa di un trekking urbano, mentre nel secondo caso abbiamo previsto un’attività a quiz sulle fonti, svolta nelle sedi di mostra e ispirata ai laboratori Vero o fake? che avevamo realizzato in occasione del Festival Filosofia. 

Con il trekking abbiamo dato agli studenti l’occasione di scoprire la campagna elettorale del 1948 attraverso episodi accaduti in città. Non abbiamo riproposto gli stessi trekking destinati al pubblico adulto, ma una loro rielaborazione che tenesse presente la necessità di coinvolgere gli studenti e di raggiungere determinati obiettivi didattici. Dal racconto dei fatti abbiamo ricavato spunti utili a una riflessione sulle dinamiche storiche generali del secondo dopoguerra italiano, sviluppata didatticamente con riferimenti diacronici a fatti avvenuti al termine del primo conflitto mondiale. I ragazzi sono stati coinvolti utilizzando modalità di narrazione interattive, ma anche proponendo loro di leggere ai compagni testimonianze e documenti. Con la visita guidata alla mostra ci siamo proposti di far comprendere ai ragazzi l’importanza del voto come diritto/dovere di cittadinanza, ma anche il linguaggio della comunicazione politica, attraverso l’analisi storica delle strategie adottate dalla propaganda.

 

5. Una storia da scoprire

Le elezioni del 18 aprile 1948 sono state indagate come un punto di svolta della storia italiana nello scenario geopolitico della guerra fredda, ma non hanno ricevuto analoghe attenzioni nell’ambito della storia locale. Analizzare le dinamiche della campagna elettorale e l’impatto del voto in una realtà specifica ci ha consentito di raggiungere maggiori consapevolezze sulle peculiarità del contesto locale, ma anche di valutarne le relazioni con le istituzioni nazionali e i complessi rapporti con le strutture del mondo bipolare. Nel caso di studio modenese abbiamo notato il dipanarsi di diversi fenomeni comuni allo scenario nazionale e il susseguirsi di vicende dovute alle specificità sociali di una provincia caratterizzata dalla presenza di una forte federazione comunista.

Nel corso delle iniziative, ci siamo inoltre resi conto che gran parte del pubblico non conosceva le elezioni politiche del 1948. Si tratta, infatti, di un tema poco noto al di fuori delle cerchie degli specialisti, sul quale non si accendono neppure particolari dibattiti nelle sedi che si distinguono per l’uso pubblico della storia. Le dinamiche della campagna elettorale e i materiali realizzati dalle forze in campo sono tuttavia molto adatti per favorire riflessioni critiche su alcuni meccanismi dell’agire umano, che tendono a riproporsi nel corso del tempo, adattandosi ai cambiamenti contingenti degli scenari politici. Gli eventi del 1948 consentono infatti di ragionare storicamente sulle tecniche della propaganda e sull’influenza che esercitano sull’opinione pubblica. Un tema decisamente attuale.