
In apertura: visita di una scolaresca al Sacrario ai Caduti di Marzabotto alla presenza di Dante Cruicchi, fine anni Settanta, Archivio Dante Cruicchi.
L’idea di realizzare questo dossier è nata in occasione del workshop Luoghi della memoria, didattica e patrimoni archivistici: esperienze a confronto, realizzato nel maggio 2023 a Marzabotto, a pochi mesi dalla riapertura dell’Archivio del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto1, dopo 28 mesi di intenso lavoro dedicati al consolidamento e alla valorizzazione del patrimonio2. Il workshop è stato inserito nell’ampio cartellone di “Quante storie nella storia”, la settimana dedicata annualmente dalla Regione Emilia-Romagna alla didattica e all’educazione al patrimonio in archivio, un’occasione «per la valorizzazione del proprio patrimonio archivistico, sia attraverso la divulgazione dell’attività didattica svolta, sia tramite mirate iniziative formative e promozionali»3. Aderendo pienamente all’obiettivo di «accrescere la consapevolezza dell’importanza dell’archivio come bene culturale e memoria storica collettiva», il workshop del maggio 2023 era stato pensato come un’occasione di scambio tra Marzabotto–Monte Sole e gli altri luoghi della memoria riconosciuti di rilievo nazionale e beneficiari dal 2018 di un finanziamento speciale (Campo di Fossoli, Istituto Alcide Cervi, Risiera di San Sabba e Sant’Anna di Stazzema).
Le diverse esperienze progettuali presentate si sono focalizzate su un doppio livello, archivistico e didattico-educativo, e sugli intrecci virtuosi tra i due ambiti nella pratica quotidiana dei luoghi della memoria, prospettiva alla base della stessa concettualizzazione del workshop. In quel contesto sono emerse la ricchezza, la pluralità e la longevità delle esperienze didattico-educative promosse dal sistema di Marzabotto–Monte Sole (Parco storico di Monte Sole4, Scuola di Pace di Monte Sole, Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto) anche in collaborazione con altri enti del territorio bolognese, come l’Istituto Storico Parri di Bologna, e più recentemente con soggetti come l’Università di Padova, che vanta una forte competenza su temi centrali come la memoria della Seconda guerra mondiale e l’educazione ai diritti umani. In quel contesto sono emerse anche l’importanza del recupero e della valorizzazione delle fonti orali, spesso conservate negli archivi e nei centri di documentazione degli stessi luoghi della memoria, un patrimonio di testimonianze utili sia per la ricerca storica che per le progettualità didattico-educative nell’era ormai conclamata della «fine del testimone»5.
Come evidenziato da Alessandro Casellato6, il tema dell’utilizzo delle fonti orali per la didattica vanta una riflessione indubbiamente longeva e protagonisti eccellenti, come Mario Lodi. Anche la riflessione critica è precoce, come testimonia il numero del 1982 di Fonti orali studi e ricerche7, che dedica alcuni articoli proprio al tema fonti orali e didattica. Già all’inizio degli anni Ottanta veniva ricordato il rapporto di più lungo periodo nel contesto italiano tra fonti orali e scuola. Poco prima, nel 1981 si era tenuto a Venezia il convegno L’insegnamento dell’antifascismo e della Resistenza: didattica e fonti orali8, dedicato espressamente alla relazione tra le fonti orali e la didattica con al centro il tema della Resistenza. Gli anni Settanta e Ottanta videro la fase, per certi versi pionieristica e per altri decisiva, della raccolta di fonti orali collegate ai temi della Resistenza e della Seconda guerra mondiale, un’epoca nella quale i testimoni erano assolutamente presenti e spesso protagonisti in carne e ossa della raccolta delle fonti orali e dei percorsi di apprendimento degli studenti.
Circa un ventennio dopo, il volume curato da Elisabetta Novello e David Celetti9 dedicato alla didattica della storia attraverso le fonti orali evidenziava come la storia orale potesse costituire anche un’opportunità di apprendimento grazie alla conversazione con l’altro, quindi al confronto, alle differenze tra intervistato e intervistatore, evidenziando come l’ascolto costituisse (e costituisca ancora oggi) la competenza fondamentale dello storico orale. Novello e Celetti suggerivano un metodo strutturato per la realizzazione da parte degli studenti delle interviste con il metodo della storia orale, proponendo contestualmente una formazione per gli insegnanti svolta in collaborazione con il Centro Studi Ettore Luccini. La metodologia proposta era poi stata impiegata nella raccolta di fonti orali per approfondire aspetti di storia locale. Anche in questo caso la riflessione e la metodologia facevano riferimento a testimoni in carne e ossa, quindi ancora intervistabili direttamente dagli studenti.
Più recentemente, tra gli anni Duemiladieci e Duemilaventi la rivista dedicata alla Didattica della storia, Novecento.org, ha promosso ulteriori riflessioni interessanti sul rapporto tra didattica e fonti orali, affrontando con i contributi di Giulia Zitelli Conti e Maria Laura Longo10 la differenza tra «didattica con le fonti» raccolte dagli studenti e «didattica del testimone» presente nelle aule scolastiche. Già Bianca Pastori11 rifletteva su criticità e opportunità offerte da quest’ultima modalità negli anni Duemila, sottolineando come l’istituzionalizzazione nel Duemila della Giornata della memoria12 avesse incrementato il numero di testimoni non solo della Shoah ma degli eventi della Seconda guerra mondiale nel suo complesso, testimoni che numericamente tuttavia si assottigliavano sempre più con il trascorrere del tempo. Al riguardo Enrico Pagano13 ricorda che «i serbatoi di memoria sono ricchi di scorte», alludendo proprio agli archivi orali che nel corso del tempo sono stati creati a partire dalle testimonianze delle vittime e di protagonisti a vario titolo della Seconda guerra mondiale, archivi che, come nel caso dei progetti presentati in questo dossier, possono essere usati a fini didattici.
I vari articoli del dossier esaminano da diversi punti di vista come è possibile realizzare percorsi educativi e didattici a partire da Monte Sole, percorsi che assumono valenze semantiche e pratico-applicative differenti nell’era contrassegnata dalla rarefazione e «fine» dei testimoni, ma che vedono un impiego crescente degli archivi orali e delle interviste videoregistrate. Per contestualizzare storicamente le esperienze affrontate nel dossier è necessario ricordare brevemente la genesi di più lungo periodo dei rapporti tra l’area di Marzabotto–Monte Sole e il mondo scolastico, di cui resta traccia negli archivi del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto e del Comune di Marzabotto. Tra anni Settanta e Ottanta, infatti, a Marzabotto si svilupparono in modo sempre più strutturato e continuativo i contatti tra testimoni, studenti e insegnanti con la mediazione di alcune figure chiave del periodo, come il sindaco e fondatore del Comitato onoranze, Dante Cruicchi14.
Generalmente in quella fase storica le scolaresche della scuola primaria e secondaria venivano ricevute all’interno della Sala del consiglio comunale, dove avevano un colloquio diretto con Dante Cruicchi, i testimoni della strage e i protagonisti della Resistenza nell’area di Monte Sole, i partigiani della brigata Stella Rossa15, avvicinandosi quindi all’idea della «didattica del testimone» sopra menzionata. Il Sacrario ai Caduti di Marzabotto, principale luogo della memoria pubblica della strage fino alla creazione del Parco storico di Monte Sole nel 1989, era centrale nella visita degli studenti tra anni Settanta e Ottanta, come testimoniano anche le molte fonti fotografiche che ritraggono gruppi di bambini e adolescenti al suo interno16.
Spesso le scolaresche, con un tuffo nel passato più remoto, visitavano anche il Museo etrusco che aveva sede nella stessa Marzabotto, non troppo distante dal Sacrario. È lo stesso Dante Cruicchi a riassumere, alla fine degli anni Settanta, l’attività svolta verso le scuole, accompagnate da lui stesso e da altri membri dell’amministrazione comunale in visita al Sacrario. La relazione del 198017 sottolineava che nei suoi primi tre anni di attività il Comitato comunale aveva ospitato complessivamente 1.500 delegazioni e promosso attività culturali (e sportive) a cui avevano partecipato circa 80.000 persone, con un’azione pionieristica proprio nei confronti delle scuole.
Di quelle visite restano importanti testimonianze nei temi svolti dagli studenti e nei progetti espositivi e teatrali realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta. Il viaggio di istruzione realizzato dall’Istituto tecnico industriale «M. Faraday» di Roma Lido nell’a.s. 1984-85 venne documentato in un volumetto, la cui pubblicazione fu sostenuta dall’amministrazione comunale di Marzabotto18. La pubblicazione ci fa comprendere come negli anni Ottanta il contatto diretto con i superstiti della strage, i partigiani della Brigata Stella Rossa e gli esponenti delle amministrazioni locali costituisse un elemento centrale dell’attività che veniva svolta con le scuole che si recavano in visita a Marzabotto. Nonostante il Parco storico di Monte Sole non fosse ancora stato formalmente creato, gli studenti vennero condotti nei luoghi dell’eccidio da Mario Lippi, uno dei superstiti, che raccontò loro cosa accadde nei giorni dell’eccidio e com’erano quei luoghi prima della strage. Gli studenti ebbero poi modo di raccogliere interviste, che rielaborarono nella pubblicazione con alcuni commenti di gruppo sulla difficoltà provata nel dialogo con i superstiti.
Le visite delle scuole ai luoghi dell’eccidio divennero più strutturali solo alla fine degli anni Novanta. L’istituzione del Parco storico e la possibilità di visitare in modo organizzato i luoghi dell’eccidio portarono un’innovazione decisiva nel rapporto tra il mondo scolastico e l’area di Monte Sole–Marzabotto. Negli anni Novanta il centro abitato di Marzabotto cessò quindi di essere il luogo privilegiato delle visite degli studenti. Con l’organizzazione di tutti i servizi del Parco, infatti, venne data una maggiore strutturazione all’attività didattica inerente i luoghi dell’eccidio, fornendo assistenza alle scolaresche in visita al Parco, un servizio di guida per i percorsi storico-ambientali, ma anche l’organizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti e la produzione di materiale e schede didattiche per le scuole19.
Proprio in occasione del cinquantesimo anniversario della strage (1994) fu avviato il progetto educativo «Aula didattica di Monte Sole» e si tenne a Marzabotto l’inaugurazione dell’anno scolastico da parte dell’allora ministro della Pubblica Istruzione, Francesco D’Onofrio. Il progetto fu avviato ufficialmente l’anno scolastico successivo, 1995-9620, e proprio nel 1995, all’interno del Centro visite del Parco realizzato in quella fase, venne inaugurata l’Aula didattica. Nel 2000 fu realizzata una pubblicazione che tracciava un bilancio delle attività e dei materiali didattici realizzati tra il 1995 e il 2000 dal Parco storico di Monte Sole21. Il format delle visite studentesche coordinate dal Parco storico, come illustra Anna Salerno nel suo contributo, continua ancora oggi e rappresenta la maggior parte delle visite scolastiche realizzate nell’area.
La creazione della Fondazione Scuola di pace nel 2002 completò i processi di istituzionalizzazione delle politiche memoriali22, di valorizzazione dei luoghi dell’eccidio e di promozione dell’educazione alla pace, avviati con la formalizzazione del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto nel 1982 e proseguiti con la creazione del Parco storico di Monte Sole nel 1989. La riflessione che portò alla nascita della Scuola traeva origine dalla necessità avvertita dal gruppo promotore di ritornare nei luoghi dell’eccidio e utilizzarne la potenza evocativa per creare progetti educativi innovativi. Negli anni Novanta si creò infatti un Coordinamento delle associazioni per Monte Sole che pose le basi a livello locale per la nascita e lo sviluppo della futura Scuola di Pace di Monte Sole; ne facevano parte esponenti della società civile e insegnanti23.
Tra le prime e più interessanti attività spiccano i «Campi a quattro voci», gruppi di convivenza e studio fra giovani israeliani, palestinesi, italiani e tedeschi24. In quella fase le esperienze sui temi della nonviolenza e dell’educazione e formazione alla pace erano «articolate in seminari, incontri di studio e di confronto fra giovani»25. Nel 1998 venne formalizzato un Comitato promotore con il compito di reperire i fondi necessari all’avvio della Scuola e nel dicembre 2002 venne inaugurata la Scuola di Pace di Monte Sole.
La centralità dei luoghi e la dimensione esperienziale accomunano i contributi di Anna Salerno ed Elena Monicelli, che partono dallo spazio del Parco storico di Monte Sole. Nel primo saggio (Salerno) le visite guidate immersive spingono alla scoperta dei segni che costellano l’area del Parco per narrare la storia delle famiglie che quel territorio abitavano, le vicende dell’eccidio, il ruolo della brigata partigiana Stella Rossa e la memoria contrassegnata fisicamente da lapidi, cippi ecc. Nel secondo contributo (Monicelli), Monte Sole è il patrimonio materiale al centro della pratica educativa, che contiene differenze, dissonanze, conflitti e, proprio per tale ragione, consente di includere tutti i racconti e le memorie (anche dei perpetratori) secondo l’approccio che vede una relazione stretta tra educazione e giustizia di transizione.
Il contributo di Ficacci e Menzani mette al centro dei laboratori didattici non solo i luoghi ma soprattutto le biografie e le storie di vita26, che attraverso l’oralità, le video-testimonianze e lo strumento del documentario27, vengono riproposte agli studenti di varie aree d’Italia attraverso la mediazione degli storici e le metodologie della didattica della storia. Analogamente Ferrara, Portincasa, Sparano e Zoccheddu evidenziano l’importanza nella pratica didattica delle biografie, delle testimonianze e dei luoghi di Monte Sole, sottolineando il legame memoriale che questi ultimi possono stabilire con le scuole dell’area e la rilevanza dei portali di public history ad accesso libero nei percorsi laboratoriali legati al calendario civile. L’articolo di Fragnelli, infine, si interroga su come sia possibile utilizzare un patrimonio di fonti orali raccolto nel passato e quali opportunità offrano al riguardo le digital humanities e le piattaforme informatico-archivistiche.
Note
1 Il nome completo è Archivio del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto – Centro di documentazione per lo studio delle stragi nazifasciste e delle rappresaglie di guerra.
2 Per uno sguardo d’insieme si rimanda a: Eloisa Betti, La memoria di Monte Sole nelle carte. Genealogia e sviluppo dell’Archivio del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto – Centro di documentazione per lo studio delle stragi nazifasciste e delle rappresaglie di guerra, in Ead. (a cura di), Guida agli archivi del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, Bologna, Bologna University Press, 2024.
3 La prima edizione di Quante storie nella storia si è tenuta nel 2003; per una cronistoria si rimanda a: https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/archivi/quante-storie-nella-storia.
4 Oggi Ente Parchi Emilia Orientale.
5 Si vedano: Annette Wieviorka, L’era del testimone, Milano, Cortina Editore, 1999; David Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, Torino, Einaudi, 2009.
6 Si veda: Alessandro Casellato, La storia orale a scuola: esperienze, tradizioni, innovazioni: https://www.mondadorieducation.it/la-storia-orale-a-scuola-esperienze-tradizioni-innovazioni/.
7 Percorsi di ricerca. Fonti orali e didattica, in Fonti orali studi e ricerche, 2, 1, aprile 1982.
8 La storia: fonti orali nella scuola, Atti del convegno L’insegnamento dell’antifascismo e della Resistenza: didattica e fonti orali (Venezia, 12-15 febbraio 1981), Venezia, Marsilio, 1981.
9 Davide Celetti, Elisabetta Novello (a cura di), La didattica della storia attraverso le fonti orali, Padova, Centro studi Ettore Luccini, 2006.
10 Maria Laura Longo, Giulia Zitelli Conti, Alcune buone pratiche per la storia orale a scuola, in Novecento.org, n. 23, giugno 2025. Doi: https://doi.org/10.52056/9791257010218/09.
11 Bianca Pastori, La storia orale a scuola, relazione dell’autrice al seminario Manifesto della Public History of Education: la voce dell’Associazione Italiana di Storia Orale (Bologna, 22 febbraio 2020): https://www.aisoitalia.org/la-storia-orale-a-scuola-la-relazione-di-bianca-pastori/.
12 Al riguardo si veda: Filippo Focardi, Nel cantiere della memoria. Fascismo, Resistenza, Shoah, Foibe, Roma, Viella, 2020.
13 Enrico Pagano, Messaggi dal tempo. Gli archivi sonori per la didattica della storia e l’educazione alla cittadinanza, in Novecento.org, n. 14, agosto 2020. Doi: https://doi.org/10.12977/nov341.
14 Su Dante Cruicchi: Carlo De Maria (a cura di), L’artigiano della pace. Dante Cruicchi nel Novecento, Bologna, Clueb, 2013; Eloisa Betti, Federico Chiaricati, Tito Menzani, Dante Cruicchi, l’artigiano della pace. Mostra fotografica a 100 anni dalla nascita (1921-2021), Bologna, Bologna University Press, 2022.
15 Al riguardo si veda: Giampietro Lippi, La Stella Rossa a Monte Sole. Uomini, fatti, cronache, storie della Brigata partigiana “Stella Rossa Lupo Leone”, Bologna, Ponte Nuovo, 1989.
16 Archivio Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto – Centro di documentazione per lo studio delle stragi nazifasciste e delle rappresaglie di guerra (d’ora in poi ACM), fondo Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, sezione Fotografie, serie Commemorazioni dell’anniversario dell’eccidio, varie annate.
17 Note sull’attività del Comitato per le onoranze ai caduti, in ACM, fondo Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, serie Carteggio e atti, sottoserie Carteggio e atti del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, 1983, b. 1, fasc. 6.3.
18 Luigi Arbizzani, Flavia Freschi, Ivana Matteucci (a cura di), Viaggio d’istruzione a Marzabotto, allievi (1984-85) dell’Istituto tecnico industriale di Stato «M. Faraday» di Roma Lido, Bologna, Grafis, 1990.
19 Si veda anche il contributo di Anna Salerno in questo dossier.
20 Inaugurazione anno scolastico 2004-05, 29 settembre 2004 Aula didattica di Monte Sole, volantino, in ACM, fondo Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, serie Commemorazioni dell’anniversario della strage 2004, b. 20, fasc. 35.1.
21 Beatrice Magni, Tra storia e natura. Attività e materiali delle scuole attorno ai temi storici e ambientali del Parco storico di Monte Sole, numero monografico di Quaderni di Monte Sole, V, 10.
22 Al riguardo si rimanda a: Eloisa Betti, Monte Sole. La memoria pubblica di una strage nazista, Roma, Carocci, 2024.
23 Tra coloro che presero parte al percorso fondativo della Scuola di pace di Monte Sole si ricordano Nadia Baiesi e Maria Laura Marescalchi.
24 Prodi guiderà la Scuola di pace, in il Resto del Carlino, ottobre 2001.
25 Magni, Tra storia e natura, cit., p. 7.
26 Per uno sguardo d’insieme: Filippo Focardi (a cura di), Le vittime italiane del nazionalsocialismo. Le memorie dei sopravvissuti tra testimonianza e ricerca storica, Roma, Viella, 2021.
27 Al riguardo si rimanda al sito web e ai documentari lì pubblicati: https://memoriavittimenazismofascismo.it/.
