«Guardo gli asini che volano nel ciel». Il viaggio di Stanlio e Ollio in Italia

«Guardo gli asini che volano nel ciel». The journey of Laurel & Hardy in Italy

L’arrivedorci al cinema è datato 1951 con Atollo K. Ma Stanlio e Ollio sono tornati sul grande schermo nel 2018 attraverso il talento di John Reilly e Steve Coogan nel film Stan & Ollie (fig. 1), diretto da Jon Baird; presentata alla Festa del Cinema di Roma del 2018, la pellicola è stata accolta positivamente da pubblico e critica1. La storia, scritta da Jeff Pope, li racconta nel corso di un tour per la Gran Bretagna nel 1953; lo status di re della commedia hollywoodiana è ormai dietro le spalle, ma i due attori non hanno perso la capacità di far morire dal ridere vecchie legioni di ammiratori e nuovi fan. Il film non nasconde gli alti e bassi, sia nel sodalizio professionale che nella profonda amicizia: il tour si rivela infatti un enorme successo ma si affaccia lo spettro della malattia di Oliver, che inizia a minacciare la loro partnership. Una sorta di canto del cigno, per loro, mentre gli attori si trovano a riscoprire quanto tengono l’uno all’altro.

Fig. 1. Una scena del film di Jon S. Baird Stan & Ollie (Regno Unito, Usa, Canada, 2018).

1. Gli allegri vagabondi

Icone della commedia slapstick, Stan (Arthur Stanley Jefferson) e Oliver (Oliver Norvell Hardy) hanno girato 106 film insieme, dal 1921 al 1951. Come ha scritto Stefano Brugnolo in un saggio del 2013, appartengono al novero delle “strane coppie”, nobile famiglia letteraria che comprende, fra gli altri, Tweedledum e Tweedledee, Bouvard e Pécuchet, Vladimiro ed Estragone. Personaggi che esistono unicamente in funzione l’uno dell’altro, come due parti di un unico organismo: «Se nominiamo uno, dobbiamo nominare anche l’altro» scrive Brugnolo, «e anche quando in scena c’è uno soltanto dei due è inevitabile pensarlo in relazione al suo partner»2.

Prima del sodalizio che li catapultò nell’olimpo del cinema, erano d’altronde già attori affermati: Laurel, di origini britanniche, aveva lavorato in 50 produzioni, Hardy, americano, in 250. Il loro incontro sul set di Cane fortunato, nel 1921; i due si conoscevano appena ma è durante la lavorazione di quella pellicola che la coppia prende le misure. Stan interpreta infatti un giramondo pedinato da un goffo bandito, Oliver. Dietro la nascita ufficiale del duo, nel 1927, c’è il produttore Hal Roach; solo due anni dopo, però, gli attori mettono a punto le caratteristiche dei personaggi che li faranno riconoscere in tutto il mondo come Stanlio e Ollio. Spesso sottovalutati o, peggio, denigrati, dalla critica – non erano portatori di un messaggio sociale come invece Chaplin – in realtà ben interpretano la società americana degli anni Trenta, ancora prostrata dal crack del ’29, popolata da emarginati vittime dei ricchi e potenti. Non hanno da offrire sogni e speranze, solo risate. Diceva Hardy: «Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio, basta guardarsi attorno: c’è sempre uno stupido a cui non succede mai niente e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa»3.

Il film del 2018, come si diceva, è ambientato nel 1953. Con un flashback: nel 1937, durante la produzione del film I fanciulli del West, la coppia comica è all’apice del successo. Tuttavia i rapporti tra Laurel e Roach, produttore dei titoli più famosi, sono molto tesi e giungono a un punto di rottura. Stan ritiene i compensi non all’altezza degli introiti generati e, convinto di poter replicare il successo altrove, intende minacciare la rescissione dei loro contratti e proporsi con Oliver a un’altra casa di produzione. Quest’ultimo propende per una posizione più accomodante e suggerisce di limitarsi a richiedere un ritocco del loro ingaggio. Roach, oltre a non smuoversi dalle proprie posizioni, intende utilizzare una clausola del contratto di Stan che gli impone un’altissima penale economica per la cattiva pubblicità causata allo studio dalla sua turbolenta vita privata; Laurel, a sua volta, non fa mistero del proprio disprezzo per l’ammirazione di Roach per Benito Mussolini e per i suoi controversi legami d’affari con il regime fascista. Giunto al termine del contratto, Stan ne negozierà uno nuovo con la 20th Century Fox per sé e Oliver; questi, tuttavia, ancora legato da un accordo individuale con Roach, deciderà a malincuore di onorarlo, girando un film (Zenobia) senza il compagno storico e non presentandosi all’appuntamento per la firma del nuovo contratto. Si arriva dunque al 1953; sono trascorsi 16 anni, la coppia è invecchiata e in cattiva salute ed entrambi sono reduci da problemi di alcolismo. Stan è diabetico, mentre Oliver è ingrassato visibilmente e soffre di ipertensione. Bisognosi di denaro e in attesa di iniziare le riprese di un film comico basato sulla storia di Robin Hood (per il quale Stan lavora alacremente alla sceneggiatura), accettano di ripiego una tournée teatrale nel Regno Unito e in Irlanda4.

La figura di Roach, morto a 100 anni nella sua casa di Bel Air nel 1992, merita un approfondimento5. In un documentario Rai del 1985, Laurel & Hardy – Due teste senza cervello6, divenuto poi un libro nel 19907, Giancarlo Governi sostiene che i due comici e Mussolini avevano avuto anche dei contatti, sia pure indiretti. L’autore ricostruisce tale vicenda con l’aiuto di Romano Mussolini e dello stesso Hal Roach, conosciuto durante un viaggio negli Stati Uniti. Il figlio del duce racconta che il padre era un vero e proprio cultore di Stanlio e Ollio, che, come tutti gli italiani di quella generazione, chiamava Cric e Croc (fig. 2), e che, quasi tutte le sere, a Villa Torlonia, dopo aver visionato l’ultimo cinegiornale imponendo tagli e suggerendo l’impostazione, sullo schermo di casa Mussolini arrivava immancabilmente un corto dei due grandi comici. Il resto della storia Governi lo ricostruì a Bel Air, nella sontuosa villa di Roach, che nel 1984, quando andò a trovarlo, pur avendo compiuto i 90 anni, era ancora lucido e pieno di energie. Tra i cimeli che ricordavano la sua straordinaria attività cinematografica l’autore notò una grande foto di Mussolini con dedica in inglese “all’amico Hal Roach”. Chiese dei chiarimenti e il padrone di casa raccontò una lunga serie di frequentazioni, dalla quale si evinceva che Mussolini voleva conoscere i suoi comici preferiti, i quali però erano oberati di impegni di lavoro, dato che, a quell’epoca, passavano da un film all’altro senza soluzione di continuità. In loro vece venne in Italia Roach stesso, che diventò amico personale del duce. Dopo tanti anni, il celebre produttore ne parlava ancora con entusiasmo.

2. Il viaggio in Italia

Fig. 2. Copertina dell’albo “Cric e Croc”, nuova serie, a. 1, n. 1, 25 luglio 1956.

Fra il 1947 e il 1954, quando il successo in America iniziava a scemare, Stanlio e Ollio intrapresero una tournée europea in Francia, Inghilterra, Belgio e Danimarca, accolti ovunque in trionfo. Qui, infatti, il loro successo sembrava non aver mai avuto un calo; ovunque andassero, la risposta del pubblico era sempre la stessa: una grande e calorosa accoglienza.

Nell’estate del 1950 arrivarono anche in Italia, via Parigi. Da Sanremo (fig. 3), dove inaugurarono la stagione del Casinò, il 23 giugno 1950 giunsero in treno a Genova, diretti a Roma per iniziare le riprese di quello che sarebbe stato il loro ultimo lavoro: Atollo K. Il ventiquattrenne cronista de «Il Secolo XIX» Angelo Maccario descrisse il clima di festa con l’immagine di un bambino «rosso in viso e gli occhi radiosi di contentezza», in corsa «nel centro di Sanremo agitando un foglio» firmato dai due grandi attori, il loro primo autografo in terra italiana. Il ragazzino, annotava il giovane giornalista, era «figlio d’un noto socialista che giorni prima aveva tuonato su un giornale contro l’invadenza dei films americani». La Riviera si lascia invadere a braccia aperte. Lungo il percorso Parigi-Ventimiglia, scrive ancora Maccario, «i capi delle stazioni avevano dato avviso a parenti, amici e conoscenti sicché al loro passaggio Crik e Crok sono stati ovunque fatti segno alle più calorose manifestazioni di simpatia da parte delle popolazioni italiane e francesi». La tappa genovese è un’apoteosi. «Dalle 14.30, quando i due comici scesero alla stazione Principe, fino a tarda sera, ogni volta che Stan Laurel e Oliver Hardy apparivano nella via la folla correva e s’assiepava, il traffico subito era bloccato, s’udivano fischi di vigili e claxons d’automobili», racconta «Il Secolo XIX» del 24 giugno. Nel capoluogo è prevista anche una loro esibizione teatrale. Al Carlo Felice con i palchi e gli arredi carbonizzati dalle bombe della Seconda guerra mondiale li attende «un mare di piccole teste». Si esibiscono per un breve spettacolo e subito dopo la performance scendono dal palco e si siedono tra il pubblico «per rivedersi ma non per risentirsi». Sullo schermo del teatro viene proiettata la copia in 16 millimetri di Frà Diavolo con le voci dei doppiatori Alberto Sordi, Ollio, e Mauro Zambuto, Stanlio, che i due artisti avrebbero incontrato a Roma qualche giorno dopo. L’incasso della serata andrà in beneficenza ai “Mutilatini di Guerra” e ai ciechi dell’Istituto “David Chiossone”. «Già prima dell’inizio – scriverà il quotidiano l’indomani – l’atrio del teatro era affollato di ragazzi e di curiosi. L’ingresso dei protagonisti si è effettuato nella ressa dei più giovani che urlavano, si spingevano, volevano toccare con mano i loro beniamini che rispondevano salutando compiaciuti. Specialmente Stanlio, distributore di sorrisetti esilaranti». Pernottano infine all’Hotel Bristol; il giorno successivo, la loro due giorni genovese si chiude con una visita all’Associazione italo-americana di via Garibaldi, dove li attende il console generale degli Stati Uniti. All’uscita dal ricevimento la folla è ancora lì in festa, in una specie di carnevale che termina solo quando l’auto con a bordo i due comici è ormai lontana8.

Fig. 3. Stan Laurel e Oliver Hardy a Sanremo, 1950 (fonte “Corriere della Sera”).

Roma era, però, la meta del loro viaggio in Italia. Le cronache ci raccontano di un incontro speciale, con un insospettabile fan della coppia: papa Pio XII. Il Pontefice, infatti, li avrebbe voluti ricevere in Vaticano in udienza privata, sebbene non ignorasse i loro tormentati percorsi matrimoniali. «L’udienza privata del 1950 di Stanlio e Ollio da Papa Pio XII potrebbe essere stata cancellata dagli archivi Vaticani perché i due avevano divorziato da poco e così non è rimasta alcuna traccia dell’incontro con il Santo Padre». A rivelare la possibile omissione è uno studioso barese, Benedetto Gemma, che ha presentato, nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto del 2018 a Pordenone, la traduzione italiana dell’unica autobiografia autorizzata della coppia comica più famosa della storia del cinema9.

Il loro arrivo alla stazione Termini è segnato da scene di entusiasmo mai viste prima e Stan Laurel viene addirittura portato a braccio, come testimoniato dalla fotografia rinvenuta dal libraio Giuseppe Cassetti10. Nella città eterna, durante uno spettacolo teatrale di beneficenza tenutosi a Villa Aldobrandini, alla quale parteciparono più di 3mila ragazzi, e poi anche durante il pranzo seguente, conobbero di persona i loro doppiatori italiani: Mauro Zambuto e un giovane Sordi11. Dopo l’esibizione, Sordi uscì sul palcoscenico della Villa per qualche parola al microfono ed è in quel momento che viene scattata l’immagine qui riportata (fig. 4); allo spettacolo seguì infine una cena durante la quale Sordi, Laurel & Hardy scambiarono impressioni sul mondo del cinema. L’arrivo di Stanlio e Ollio a Roma fu ampiamente documentato in foto e pellicole ma della serata con Sordi non si conoscevano fotografie; l’attore romano ebbe però l’accortezza di conservarne una, a testimonianza di un affetto per la coppia di comici che andava ben oltre una proficua occasione professionale. «Per me vederli, conoscerli, fu un’emozione immensa, mi sentivo tornato bambino», disse l’attore anni dopo12.

Fig. 4. Roma, Villa Aldobrandini, 1950: Alberto Sordi sul palco insieme a Laurel e Hardy (fonte “Corriere della Sera”).

Secondo alcune fonti, il reale motivo del viaggio nella capitale era l’allettante proposta di una produzione italo-francese intenzionata a girare con Stanlio e Ollio la loro ultima pellicola in assoluto, Atollo K, del regista Leo Joannon, purtroppo funestata da mille imprevisti. Il film doveva infatti essere girato in dodici settimane, mentre ci vollero dodici mesi per completarlo. In una intervista rilasciata qualche tempo dopo, Stan Laurel definì Atollo K «un vero obbrobrio, una parte del cast parlava francese, altri parlavano italiano e poi c’eravamo noi due, i protagonisti, che parlavano inglese. Nessuno, compresi noi e il regista, si rendeva conto di cosa diavolo stesse accadendo». Come se non bastasse Stan Laurel si ammalò. A causa di un’operazione perse 20 chili e pur reggendosi a malapena in piedi dovette comunque concludere il film. Le star che avrebbero dovuto farne parte come Walter Chiari, Totò, Erminio Macario e Carlo Croccolo nel frattempo si erano dileguate. Un epilogo triste per una carriera così gloriosa13.


Note

1 “Corriere della Sera”, https://style.corriere.it/news/stanlio-ollio-film-vera-storia/, ultima consultazione: 27 gennaio 2022.

2 Stefano Brugnolo, Strane coppie. Antagonismo e parodia dell’uomo qualunque, Bologna, Il Mulino, 2013.

3 “la Repubblica”, https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/07/31/news/stanio_e_ollio_un_biopic-203037240/, ultima consultazione: 13 gennaio 2022.

4 “The Post International”, https://www.tpi.it/spettacoli/tv/stanlio-e-ollio-film-rai-1-20211009832008/, ultima consultazione: 15 gennaio 2022.

5 Sulle vicende legate ai suoi Hal Roach Studios si legga Richard Lewis Ward, A history of the Hal Roach Studios, Carbondale, Southern Illinois University Press, 2005.

6 Laurel & Hardy – Due teste senza cervello è un documentario televisivo del 1985 ideato e diretto da Giancarlo Governi con la collaborazione di Alberto Orsi e le musiche di Piero Montanari, andato in onda su Rai 1 in prima serata per 12 puntate dal 12 luglio al 27 settembre 1985, dedicato a Stanlio e Ollio e alla storia umana e artistica dei due attori. Il documentario fu ideato a partire da una chiacchierata fra Alberto Sordi e il regista Governi: Sordi raccontò del suo incontro con Hardy, avvenuto nel 1950 a seguito di una promozione del film Atollo K e suggerì che sarebbe stato interessante raccontare in TV la storia di Laurel e Hardy. L’idea piacque a Governi che partì per l’America con lo scopo di approfondire la vita della coppia e tornò con pellicole di loro film ancora inediti in Italia e con molte interviste e curiosità.

7 Giancarlo Governi, Laurel & Hardy – Due teste senza cervello, Roma, Rai Libri, 1990.

8 “Il Secolo XIX”, https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/cultura/2019/05/21/news/carlo-felice-nel-1950-una-standing-ovation-per-stanlio-e-ollio-1.32867079, ultima consultazione: 23 febbraio 2022.

9 “Il Messaggero”, https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/cinema/stanlio_e_ollio_papa_pio_xii-4032429.html, ultima consultazione: 28 febbraio 2022. La biografia ufficiale è John McCabe, Mr Laurel & Mr Hardy. L’unica biografia autorizzata di Stanlio e Ollio, Vimercate, Sagoma Editore, 2019.

10 “Corriere della Sera”, https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_dicembre_30/stanlio-ollio-stazione-termini-fotografia-4ccfd17c-af13-11e5-8a3c-8d66a63abc42.shtml, ultima consultazione: 23 febbraio 2022.

11 Ansa, https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2020/03/01/sordi-e-quella-foto-ritrovata-con-stanlio-e-ollio_0d4c4f9e-b461-4a58-985e-0b50d0676877.html, ultima consultazione: 23 febbraio 2022.

12 La serata a Villa Aldobrandini è ricostruita da Alberto Anile in uno dei capitoli del suo libro, una biografia che indaga i momenti più affascinanti e meno noti della carriera di Sordi; cfr. Alberto Anile, Alberto Sordi, Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia – Edizioni Sabinae, 2020.

13 70-80.it, https://www.70-80.it/1950-stanlio-e-ollio-arrivano-in-italia-i-giornali-parlano-di-un-tour-promozionale-ma-il-vero-motivo-e-una-proposta-allettante/, ultima consultazione: 15 gennaio 2022.