In apertura: 28 settembre 1947. Cerimonia solenne in Piazza Maggiore, Bologna. Il comandante del Cumer – Comando unificato militare Emilia-Romagna, Ilio Barontini, attribuisce un riconoscimento a Vinka Kitarovic (foto tratta da Ricordo di Vinka, Anpi provinciale di Bologna, 2013).
Dal 2013 il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna promuove a cadenza biennale un premio dedicato alla figura di Vinka Kitarovic, partigiana e testimone dei valori della Resistenza e della Costituzione. Il premio, destinato a tesi di dottorato o di laurea magistrale, e associato alla stampa degli elaborati vincitori1, riconosce due tematiche di riferimento, che furono al centro della riflessione e dell’attività della stessa Kitarovic: la storia dell’emancipazione femminile e dell’impegno delle donne sulla scena pubblica; la storia dei movimenti collettivi transnazionali nell’Europa contemporanea.
Nel 2021 si è deciso in accordo con Jadranka Bentini, già soprintendente per i Beni artistici e storici in Emilia-Romagna e figlia di Vinka, di promuovere, accanto al premio, un’attività seminariale che, mantenendo l’accento sulla storia delle donne in una dimensione europea e transnazionale, declinasse questo tema con una più spiccata attenzione alla storia del lavoro e alla dimensione storico-giuridica dei diritti. Ha preso così forma il Primo Seminario Vinka Kitarovic “Donne, lavoro e diritti in Europa”, che si è tenuto presso la Fondazione Ivano Barberini di Bologna dal dicembre 2021 al maggio 2022, con il sostegno di diversi partners locali (tra i quali, particolarmente importanti, Udi Bologna e Fondazione Claudio Sabattini) e il patrocinio dell’Ufficio per l’Italia e San Marino dell’Organizzazione internazionale del lavoro2. I cinque appuntamenti seminariali, aperti alla cittadinanza, sono stati animati anche dalla partecipazione di studentesse e studenti dell’insegnamento di “Storia del lavoro” del Corso di laurea in Storia.
Fin dall’incontro di apertura, intitolato “Donne oltre le frontiere: il contributo femminile alla costruzione dell’Europa”, il seminario si è ispirato alla biografia di Vinka Kitarovic; un percorso esistenziale e politico ancora poco studiato, se si eccettuano un sintetico profilo curato da Luigi Arbizzani3 e qualche altro breve contributo di non facile consultazione4. Partigiana di origine croata, Vinka fu protagonista di rilievo, ancorché giovanissima (a 18-19 anni), della Resistenza italiana, in particolare a Bologna e a Modena. Era a nata a Sebenico (sulla costa dalmata) nel 1926; nel 1942, quando, studentessa ginnasiale, era già impegnata contro il nazifascismo militando su posizioni vicine alla gioventù comunista jugoslava, veniva arrestata dalle forze di occupazione italiane e trasferita a Bologna, in un istituto per la rieducazione di minorenni, il riformatorio di Bertalia, dal quale riuscì presto a fuggire. Dopo l’esperienza nella Resistenza – prima come staffetta nella VII brigata Gap, quando assunse il nome di battaglia «Lina», poi con ruoli di collegamento tra gruppi partigiani e Cumer, il comando militare della Resistenza in Emilia-Romagna –, nel dopoguerra continuò a impegnarsi per un’idea transnazionale di democrazia; oltre le frontiere, appunto. Attiva nel mondo della cooperazione (lavorò, ad esempio, alla Cooperativa fornaciai di Bologna), fu forte il suo impegno europeista e nell’educazione civica delle giovani generazioni. Richiesta e apprezzata la sua partecipazione a numerose lezioni-testimonianza nelle scuole.
Quando la guerra tornò in Europa, nell’ultimo decennio del XX secolo, dilaniando la sua terra di origine, fu tra le principali animatrici del Comitato bolognese di solidarietà ai profughi dell’ex-Jugoslavia, lavorando come traduttrice e portando la sua esperienza di attivista e organizzatrice. Come ricorda Mauro Roda, proprio nell’intervista che apre questo volume di “Clionet”, Vinka
si mise a disposizione con grande generosità; era molto contenta di aiutare il suo popolo. Da grande pacifista, era sconvolta per quanto stava succedendo nel suo paese di origine. Ha partecipato a quasi tutti i convogli [di soccorso], specie quelli più difficili e delicati5.
Il Comitato di solidarietà ai profughi dell’ex Jugoslavia, nato a Bologna nel 1992, fu attivo per tutti gli anni Novanta. Operò soprattutto verso il campo profughi di Ribnica (Slovenia), ma intraprese missioni di soccorso anche a Zagabria (Croazia) e Tuzla (Bosnia). Promosso negli ambienti della sinistra, in accordo con le istituzioni locali, il Comitato riuscì a coinvolgere in maniera trasversale una pluralità di interlocutori: dai sindacati alla chiesa cattolica, indirizzando la propria attenzione soprattutto verso l’infanzia vittima della guerra. Rappresentò per durata e capacità di mobilitazione un unicum a livello nazionale. Ma c’era la difficoltà concreta di superare le barriere linguistico-culturali e «senza Vinka», conclude Roda, «non avremmo saputo come fare».
Il Dossier si apre con una analisi di Alessandra Pescarolo, già docente di “Sociologia e storia della famiglia” e “Sociologia e storia del lavoro” all’Università di Firenze, sul grado in cui l’unificazione europea ha ridotto le differenze fra i paesi membri in una prospettiva di genere, di generazione e di classe. Prendendo in considerazione una serie di indicatori (inerenti a culture familiari, processi di secolarizzazione, sistemi educativi, consumi culturali, fiducia nel sistema politico, occupazione, mobilità sociale, precarietà e povertà), il saggio mostra, nel confronto fra Stati membri, convergenze e divergenze strutturate e significative, emblematiche, per l’Italia, la Spagna, ed alcuni paesi ex sovietici, di una transizione incompiuta e contraddittoria.
I due contributi successivi, rispettivamente di Eloisa Betti e Gianni Rosas e di Marta Tricarico, fanno il punto su violenza di genere e molestie nel mondo del lavoro. Viene affrontato sul piano legislativo nazionale e internazionale il tema della violenza di genere nei confronti delle donne, mettendo in rilievo come sia cambiata storicamente la consapevolezza della sua portata e delle molteplici forme in cui si esplica. L’azione penale e la punizione, secondo le parole di Tricarico, «hanno un ruolo cruciale nella risposta istituzionale alla violenza di genere e nella lotta alle disuguaglianze, ma un ruolo altrettanto importante ha il contrasto alla diffusione di stereotipi riguardanti i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società».
In particolare, è Gianni Rosas, direttore dell’Ufficio per l’Italia e San Marino dell’Organizzazione internazionale del lavoro, a rilevare come la violenza e le molestie abbraccino tutti i settori economici, le professioni, le tipologie di lavoro e riguardino tutte le persone nel mondo del lavoro. Da questo punto di vista, risultano preziosi progetti sperimentali di formazione/informazione come quello realizzato dalla sezione bolognese dell’Unione donne in Italia (Udi) sulla base di un approccio integrato – qui ben illustrato da Eloisa Betti – che riconosce come fondamentale le interconnessioni tra violenza domestica e mondo lavorativo.
La seconda metà del Dossier presenta una serie di percorsi ed esperienze di public history che hanno intersecato i temi al centro del Seminario Vinka Kitarovic “Donne, lavoro e diritti in Europa”. È il caso, per cominciare, della mostra Cooperazione in campo. Il lavoro delle donne negli anni della grande trasformazione dell’agricoltura (1945-1980), che ha presentato, circolando in diverse sedi espositive nel corso del 2022, alcuni spaccati storici delle campagne bolognesi attraverso il rapporto tra donne e cooperative. Le immagini utilizzate provengono dagli archivi fotografici dell’Udi Bologna, della Fondazione Ivano Barberini e del Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio. Ritraggono in larga parte luoghi della provincia e, come rilevano giustamente Lorena Cerasi e Tito Menzani, permettono alla condizione femminile nelle campagne emiliano-romagnole di emergere in tutti i suoi aspetti.
Accanto alle mostre storico-documentarie, i podcast sono ormai diventati un medium fondamentale della public history. Proprio nei mesi del seminario dedicato a Vinka, il gruppo di lavoro dell’Archivio storico di Udi Bologna (con Donatella Allegro, Vincenzo Cosentino e Chiara Cozzatella) ha realizzato un podcast di contenuto storico-didattico dedicato alla questione della partecipazione politica delle donne alla Comunità europea. Il podcast, dal titolo Donne d’Europa. Le italiane e le prime elezioni del Parlamento Europeo, è stato pensato a partire dalle preziose fonti conservate nell’archivio Udi, con l’obiettivo di raccontare, da un punto di vista femminile, le prime elezioni dirette del Parlamento europeo, quelle del 1979.
Il Dossier si chiude con il saggio di Silvia Bartoli dedicato a una pioniera dei movimenti di emancipazione nell’Europa moderna e contemporanea, a cui recentemente, nell’ambito di un più ampia stagione di riscoperta e approfondimento, è stata dedicata una graphic novel6. Il riferimento è a Olympe de Gouges, attivista, scrittrice e drammaturga francese, protagonista degli anni più intensi e drammatici della Rivoluzione: a lei si deve la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791, considerata oggi uno dei testi fondamentali nel percorso di emancipazione e di rivendicazione dei diritti delle donne.
Note
1 L’ultimo volume dato alle stampe è quello di Michela Cimbalo, Ho sempre detto noi. Lucía Sánchez Saornil, femminista e anarchica nella Spagna della Guerra Civile, Roma, Viella, 2020, recensito su “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 2020, vol. 4, da Laura Orlandini, https://rivista.clionet.it/vol4/orlandini-donne-e-anarchiche-nella-guerra-civile-spagnola-la-vita-di-lucia-sanchez-saornil-e-l-esperienza-di-mujeres-libres/, ultima consultazione: 11 settembre 2022.
2 Il programma del seminario è consultabile sul sito del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, https://disci.unibo.it/it/eventi/i-seminario-vinka-kitarovic-donne-lavoro-e-diritti-in-europa (ultimo accesso: 11 settembre 2022).
3 Compreso in Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri (a cura di), Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945). Dizionario biografico, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1985-1998, ad vocem.
4 Apprezzabile il breve dossier su di lei, Ricordo di Vinka, redatto dall’Anpi provinciale di Bologna (a cura di Antonio Sciolino, editing di Viviana Verna), in occasione del 25 aprile 2013. Vinka era morta alla fine dell’anno precedente, a 86 anni.
5 Intervista a Mauro Roda, Il Comitato bolognese di solidarietà ai profughi dell’ex Jugoslavia: una riflessione a trent’anni di distanza (1992-2022), a cura di Eloisa Betti e Carlo De Maria, in “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 2022, vol. 6.
6 Una dichiarazione sovversiva. Olympe de Gouges e noi, a cura di Vittorina Maestroni e Thomas Casadei, con una graphic novel di Claudia Leonardi, Modena, Mucchi, 2022.