INSIEME. Il podcast dedicato ai luoghi della cultura popolare

INSIEME. The podcast dedicated to the places of popular culture

Ti è mai capitato di entrare in un circolo culturale, in un club di musica dal vivo o nella sede di una associazione senza conoscere la storia di quel luogo? Eppure, spesso, i pavimenti che stai calpestando sono custodi di racconti coinvolgenti. Storie di arte e solidarietà, volontariato e passioni. Storie che hanno influenzato la cultura popolare italiana.

1. L’idea

Nel secondo dopoguerra, in Italia, conosce un nuovo impulso la formazione della cultura nazionale, fatta dall’amalgama tra le diverse tradizioni locali, dagli insegnamenti del grande cinema e della letteratura, poi diffusa e normalizzata grazie all’avvento della televisione. Ma la cultura nazionale è anche, in gran parte, formata dalla cultura popolare che ha le proprie peculiarità in ogni regione e che è fatta di usanze e solidarietà ed è promossa da gente semplice.

In tutti i territori, il profumo della libertà riconquistata entusiasma la popolazione e la gente ricomincia a riunirsi, a confrontarsi e si creano nuove abitudini che contribuiscono alla diffusione del sapere e del vivere comune. Nascono biblioteche e università popolari; gruppi di artisti cercano di avvicinare le masse al teatro, alla musica e all’arte; nascono i giornali di fabbrica che contribuiscono alla diffusione della cultura grazie al lavoro dei “giornalisti in tuta”; fioriscono i concorsi letterari aperti a tutti; ci si organizza per far emergere i bisogni di alcune categorie di lavoratori e provare a dar loro soluzione; comitive di cineasti organizzano pubbliche proiezioni a prezzi calmierati; ci si batte affinché la cultura economica e scientifica divengano patrimonio comune per eliminare i gap di classe; si cerca di preservare abitudini antiche e folkloristiche e nascono, o si rimettono in sesto, le reti di assistenza sociale1. Si prova, insomma, a diffondere la cultura in ogni suo aspetto: che sia umanistica, tecnica o di ideali. Nel tentativo, per nostra fortuna ampiamente riuscito, di sollevare moralmente e intellettualmente le masse di contadini e braccianti; ma anche le donne e gli operai e tutte le categorie meno abbienti, o meno letterate, che la nuova Costituzione repubblicana eleva di rango e rende pari a tutte le altre. L’Italia tutta pullula di vita intellettuale, in un movimento dal basso che diventerà negli anni una forte tradizione collettiva, tanto da far registrare ancora oggi oltre 359.000 associazioni no profit sparse in tutto il territorio nazionale2.

Fig. 1. Dichiarazione dell’On. Enrico Molè, durante il II congresso nazionale della cultura popolare, tenutosi a Bologna nel 1953.

Da questa realtà nasce l’idea di “INSIEME. I luoghi della cultura popolare”, una serie di podcast dedicati ai luoghi che hanno assistito alle grandi trasformazioni sociali, storiche e culturali che hanno attraversato il paese dal dopoguerra in poi.

Esistono, infatti, centinaia di luoghi in Italia che hanno avuto un ruolo chiave per la nascita della cultura popolare e che sono tutt’ora attivi o che sono rimasti nella tradizione orale che ne preserva la memoria. Spesso sono luoghi che noi frequentiamo senza nemmeno conoscerne il passato. Oppure li ricordiamo nel mito, ma non li sapremmo collocare o definire nel panorama moderno, completamente modificato. A volte si trattava di posti autogestiti, in altri casi invece appartenevano a circuiti un po’ più organizzati come i circoli della neonata Arci o le case del popolo vicine al Partito Socialista e al Partito Comunista Italiano o, ancora, gli spazi del movimento cooperativo. Tutte realtà duramente represse durante il ventennio fascista – ricordiamo le leggi fascistissime che imposero nel 1926 lo scioglimento di associazioni, sindacati e partiti – ma che non hanno mai perso la propria spinta propulsiva, risorta dopo la Liberazione.

La classe sociale borghese, infatti, spesso limitata negli spazi cittadini, perde la propria funzione dirigenziale e il popolo comincia ad organizzarsi in modo nuovo e originale. La vita associativa delle classi subalterne, in città così come in campagna, fa affidamento su queste strutture, costruite sin da metà Ottocento e poi con più energia nel secondo dopoguerra, spesso grazie alle sottoscrizioni degli stessi frequentatori e a ore di lavoro volontario rinunciando a ferie e a giorni di festa. È sempre stata impellente la necessità di riunirsi con finalità ricreative nelle ore libere dal lavoro, così come il bisogno di confrontarsi e assumere decisioni lavorative per fare fronte comune contro padroni e proprietari terrieri. Si manifesta anche la voglia di progettare le prime embrionali forme di welfare: nascono così, ad esempio, i primi asili per i figli delle lavoratrici e le cooperative per la vendita di prodotti agroalimentari a prezzi controllati hanno spesso sede in queste strutture3. Ma non solo. Presto prende il via anche quell’incredibile fermento culturale descritto poc’anzi e queste mura diventano custodi di storie, che ai nostri occhi possono sembrare di straordinaria follia o di incredibile lungimiranza.

“INSIEME. I luoghi della cultura popolare” racconta queste storie, di luoghi, di uomini e di donne.

Sono storie molto diverse tra loro, ma tutte hanno una stessa caratteristica: l’agire comune. Il successo di questo movimento dal basso, infatti, è stato possibile solo grazie ad un sentimento condiviso dai protagonisti: quel senso di appartenenza a un gruppo e quella consapevolezza di poter costruire qualcosa di cui avrebbero beneficiato in molti e molte anche in futuro. È questo che ha ispirato anche il titolo del progetto.

2. Il podcast

Fig. 2. La copertina di “INSIEME. I luoghi della cultura popolare”. Grafica a cura di Miguel K. Velasquez.

La prima stagione del podcast è formata da sei puntate, ciascuna dedicata ad una diversa località della penisola. La voce narrante dialoga con quella dei protagonisti, che hanno vissuto le vicende raccontate o che hanno potuto godere dei frutti del lavoro di quanti hanno contribuito a diffondere quegli aspetti della cultura popolare che rendono così ricco il nostro tessuto sociale. In ogni puntata interviene anche uno studioso per contestualizzare al meglio le vicende narrate. Il podcast è accompagnato da un sito e da dei profili social su Facebook, YouTube e Instagram, per condividere con gli ascoltatori anche le foto dei luoghi coinvolti, la bibliografia e filmografia delle puntate e qualche approfondimento extra sui temi trattati.

3. Le storie

Il teatro e le masse – Bologna

Alla fine degli anni Quaranta, Marcello Sartarelli promuove l’esperienza del Teatro di Massa. Coinvolge contadini e mondine, operai, donne e bambini, insegna loro a recitare e mette in scena i temi della vita di tutti i giorni: la giustizia sociale, le lotte per il lavoro e il giusto salario, la Resistenza. Quando quest’esperienza termina, a Bologna, un gruppetto di attori, guidato da Luciano Leonesi, fonda il primo teatro popolare di quartiere dentro la casa del popolo “Casetta Rossa” e, tra i primi in Italia, porta sul palco anche i testi di Brecht. Il teatro diventa così un affare popolare, non solo appannaggio delle élite.

Protagonisti della puntata: Luciano Leonesi, Anna Laura Mariani.

Fig. 3. Una scena dello spettacolo del Teatro di Massa ai Giardini Margherita di Bologna, nel 1950. Foto tratta da Il romanzo del teatro di massa di Luciano Leonesi.

Da sempre sulla rotta balcanica – Aquileia (Udine)

La Casa del Popolo di Aquileia ha di recente firmato un poderoso documento d’intenti, il “Manifesto Alpe-Adria”, insieme ad un’altra cinquantina di associazioni italiane, austriache e slovene. L’obiettivo è quello di riscattarsi dalla storia comune che le lega, segnata da due atroci guerre mondiali, da orrori e intolleranze di ogni tipo a cavallo di un labile confine con lo scopo di tenere alta la bandiera della Pace, contro ogni forma di nazionalismo.

Protagonisti della puntata: Milena Cossar, Lodovico Nevio Puntin, Luca Alessandrini.

Braccianti di ieri e di oggi – Cerignola (Foggia)

A Casa Di Vittorio e a Cerignola, tutti ricordano Giuseppe Di Vittorio e le sue battaglie a favore dei braccianti, per ottenere condizioni di lavoro e di vita più dignitose. Oggi, purtroppo, i braccianti pugliesi, spesso immigrati, sono costretti in baraccopoli senza dignità e in condizioni di lavoro simili a quelle di 70 anni fa. Un viaggio nel tempo, accompagnati dalle voci di ieri e di oggi.

Protagonisti della puntata: Giovanni Rinaldi, Geppe Inserra, Giovanni Sardaro e Aboubakar Soumahoro.

Fig. 4. Il monumento “Giuseppe Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno” che la città di Cerignola ha dedicato al suo famoso concittadino. L’opera fu realizzata da Ettore De Conciliis e Rocco Falciano nel 1975. Foto di Giulia Mitrugno.

In una Casa, cent’anni d’Italia – Moiano (Città della Pieve, Perugia)

La Casa del Popolo di Moiano ha attraversato la storia d’Italia da vera protagonista: fondata negli anni Venti dai socialisti; poi Casa del Fascio; ricostruita nel dopoguerra; nel ’74 viene fatta saltare in aria da un gruppo di neofascisti di Ordine Nero; infine, negli anni Ottanta, vi viene scoperta una cellula delle Brigate Rosse. Oggi, rimessa a nuovo grazie all’Arci, è ancora il punto di ritrovo per la città umbra.

Protagonisti della puntata: Palmiro Giovagnola, Marco Lorenzoni e Mirko Capoccia. 

L’Arte per tutti – Valenza Po (Alessandria)

Sin dalla sua fondazione nel 1945 il Circolo Rinascita dimostra un grande interesse per la diffusione dell’arte e della cultura del bello tra i suoi iscritti. Commissiona spesso dipinti e organizza mostre a cui partecipano diversi artisti di fama nazionale, tra cui Guttuso e Treccani. Nel 1972 si decide di ampliare la sede e attraverso un processo partecipativo e di coinvolgimento della popolazione locale, si sceglie di commissionare un’opera al rinomato artista di murales Aurelio C. “La via italiana al socialismo” è un dipinto straordinario di 60 mq, chiaro esempio di arte al servizio del popolo.

Protagonisti della puntata: Margherita Bassini, Valerio Dehò, Guido Ratti.

Fig. 5. Particolare de “La via italiana al socialismo”, murales realizzato da Aurelio C. dentro la casa del popolo di Valenza Po. Foto di Giulia Mitrugno.

La solidarietà lungo i binari – Napoli

Dal 1946 al 1952, circa settantamila bambini del sud vengono accolti in famiglie contadine e operaie del nord e del centro Italia, per tenerli lontani per qualche mese dalla miseria e dalla fame. Una gara di solidarietà e fratellanza tra Regioni che a Napoli vede insediarsi il Comitato per la salvezza dei bambini all’interno del Real Albergo dei poveri, opera monumentale settecentesca, uno dei palazzi più grandi d’Europa. Da qui partiranno circa 12.000 piccoli sui Treni dei bambini.

Protagonisti della puntata: Simona Cappiello, Mario Rovinello e Tatiana Baraldi.

4. Su le cuffie!

“INSIEME. I luoghi della cultura popolare” è disponibile su Spotify, Apple podcast, Google podcast e sul sito www.insiemeilpodcast.it

Fig. 6. Qr Code.


Note

1 Il II congresso nazionale della cultura popolare, La Stampa Moderna, 1953.

2 Istat, Struttura e profili del settore non profit, 9 ottobre 2020.

3 Luigi Arbizzani, Saveria Bologna, Lidia Testoni (a cura di), Storie di case del popolo, Bologna, Grafis, 1982.